Artista poliedrico nell’anima, Fernando Spano ama definirsi testimone del suo tempo, uno scultore che usa materiali di recupero per raccontare se stesso e la realtà che vibra e scorre nelle sue vene.
L’Arte è il suo destino, vissuta sin da piccolo in una famiglia di scultori, musicisti e letterati dove si respirava nell’aria, è un incontro fatale che si rinnova ogni volta nelle forme delicate e leggere che egli realizza con passione. Sono forme ideali, imperiture, da ammirare e a cui ispirarsi perché sempre attuali. Quadri, sculture e figure magnetiche dalle sue mani prendono vita come per magia e raccontano all’uomo la storia dell’uomo, sono omaggi al passato e moniti al presente, che rivelano tutta la loro forza e l’amore del maestro per le sue creature. Sì creature, perché non sono semplici oggetti realizzati con lo scalpellino o il pennello, ma segni tangibili di un modo di essere e di pensare, il suo!
Di fronte alle sue tele e alle sue rappresentazioni, si è quasi rapiti in una dimensione nuova dove egli ci accoglie giocando con i colori come fa un mago con le sue pozioni. E’ questo, infatti, il suo tratto più originale e coinvolgente. Ogni pigmento è il risultato di una ricerca meticolosa che riesce ad ottenere la tonalità voluta, le giuste sfumature, ombre e lucentezze, in un equilibrio sottile ed unico. Nelle sue opere, è questa armonia a tendere la nostra visione verso quegli spazi interiori che
riconosciamo e ci emozionano. E’ un’armonia che traspare nitida come la quiete dopo una tempesta.
In prima battuta, infatti, i suoi lavori raccontano il suo mondo e danno voce alla vera protagonista: la tecnica. Originalissima e personale, è il linguaggio con cui la forma prende corpo e varia secondo gli impulsi e gli stati d’animo che dirigono gli attrezzi nelle sue mani. Come direttore d’orchestra, in una danza di suoni, quasi posseduto da se stesso mentre la crea e trasfigura in modo dirompente.
E’ Arte che ha origine da un concerto di dettagli e raccoglie frammenti, testimonianza di una sinfonia che lascia ogni volta “paghi e pieni”. E’ una missione, perché un artista nel suo fare creativo ha la necessità e il dovere di darsi completamente, sacrificando dell’uomo gli aspetti che gli impediscono di esprimersi senza contaminazioni.
Ecco, allora, che quest’Arte ci parla di un’energia quasi primordiale, inconscia, ed è realizzata usando consapevolmente materiali naturali plasmati da forze che si sprigionano per riunirsi e generare nuova vita. Essa “ci invita a dialogare con lei, attraverso un tempo infinito”, nella tridimensionalità dei contrasti ottenuti dalle miscele cromatiche, per riflettere e non dimenticare.
La visione del “contemporaneo”, dunque, ha l’antico sapore delle nostre origini diventando un’avventura nuova, per scoprire o riscoprire luoghi meravigliosi e inaspettati.
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Monumentum , Marco Aurelio
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Velivolo
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Volto della memoria, figura femminile
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Volto della Memoria, Marte Redicolo
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Volto della memoria, Venere
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