Impronte
“E’ una scultura che nasce dai miei studi formali sui disegni impressi ai fondali sabbiosi dal moto marino.
La pietra “leccese” è un’arenaria costituita da sabbia, argilla, feldspati, sedimenti marini compattati ad opera dei movimenti geologici.
Mi è piaciuto riproporre in questo materiale antico le forme flessuose che sicuramente sono già state sue prima che divenisse pietra, quando ancora il mare ricopriva tutta la superficie terrestre e la sabbia, non ancora solidificata, era soggetta a correnti e maree.
E’ stato come chiedere alla pietra di riportare alla luce i suoi ricordi ancestrali.
Il mare disegna meravigliosi tappeti le cui labili forme permangono solo il tempo di un’osservazione; ma, nella nostra mente, flessuosi luccichii restano per sempre e ci ritroviamo a stringere tra le mani un filo d’oro che ricollega la bellezza dei primordi a tutta la bellezza che ancora c’è e che, doverosamente, difenderemo”
Materiale e tecnica
Scultura monofacciale su lastra di pietra leccese lavorata con tecnica tradizionale. Peso Kg 11 ca.
Dimensioni
L: 45 cm
H: 38 cm
P: 6 cm
Anno 2007
Pezzo Unico
Realizzato in Italia
Note sull’Artista
Le opere di Stefano Garrisi ci parlano di pensieri, quelli che nascono dalla semplicità della contemplazione del mondo e che, con altrettanta semplicità, egli comunica a chi le guarda. Ispirate dal suo istinto e da uno sguardo sempre vivo, rivolto al futuro e solo a tratti nostalgico, le sue creazioni danno forma alle emozioni per trasmetterle attraverso un linguaggio familiare e riconoscibile. In esse natura e tempo dialogano fra le torsioni, le pieghe e i nodi del legno e la nostra mente viaggia scivolando sulle curve, sino ad arrestarsi di colpo, assorta!
La sua è una visione dell’arte tradizionale, egli trae spunto dalla potenza creatrice per antonomasia, il luogo privilegiato dove si può ritrovare l’equilibrio e la vera armonia. Dai suoni e dai paesaggi della campagna, nei giardini dove si può osservare il lento trascorrere della vita che trasforma e si trasforma, l’artista trattiene suggestioni da cui si materializzano forme leggere che, come sogni, ci accompagnano nella nostra dimensione più interiore. Ogni sua scultura, infatti, è una piccola finestra aperta sul moto universale delle cose che lo sguardo attento coglie attraverso l’emozione. E’ una forma che prende forma come una possibilità fra tante, un’esperienza visiva che invita a riconoscersi guardando oltre le profondità e al di là delle superfici, per sentire ciò che si ha dentro: l’intima eco di una favola.
La tecnica è un mezzo di ricerca, che coinvolge la materia e l’anima, l’espressione di ciò che si svela ai nostri occhi e ci commuove.
Ha un fine: trasferire nella scultura la compassione per la vita. In contrasto con i ritmi frenetici e tutto ciò che impoverisce, infatti, per Stefano Garrisi scolpire è il gesto con cui recuperare il proprio Io interiore, con l’intento di lasciare un segno, un ricordo, qualcosa di utile, intervenendo senza eccedere e conservando freschezza. “Il senso del movimento è fondamentale. Il lavoro minuzioso nella pietra mi permette di perdermi nei pensieri e di creare una forma contemporanea e tridimensionale. La pietra è pesante per natura, dà sensazione di immobilità, ma la mia intenzione è di alleggerirla per farla volare”. Così, le sue forme diventano leggere, come piccoli merletti plasmati al ritmo della mente e del cuore.ù
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