Non Parlo
di Giovanni Lamorgese
Descrizione
“Non parlo” fa parte del trittico Non vedo, non sento, non parlo “bugie vere, vere bugie”.
Le opere si ispirano alla tradizione ottocentesca della lavorazione della cartapesta della storica Bottega d’Arte del professor Mario Di Donfrancesco a Lecce.
Le teste realizzate da Giovanni Lamorgese utilizzano gli stampi originali del Guacci e del Caretta e seguono fedelmente l’antico processo di lavorazione della cartapesta. Il pensiero dell’artista interviene con la modellazione manuale nella fase finale della lavorazione, realizzando così oggetti unici, sospesi tra tradizione e contemporaneità, tra spiritualità e laicità ‘Bugie Vere, Vere Bugie’ rappresenta l’intrecciarsi di percorsi interiori e invisibili con le verità nascoste nell’animo umano, svelando così le maschere che indossiamo quotidianamente per nascondere a noi stessi e al mondo le nostre fragilità.
Un’allegoria della comune preoccupazione di sembrare perfetti, di non cadere nell’errore agli occhi del prossimo, di difendere posizioni e verità soggettive come universali per non perdere l’integrità apparente. Ogni testa è il simbolo di una storia senza tempo che lega verità e menzogna, passato e presente, amore e tradimento, realtà e finzione. Ed è solo varcando la sottile linea che separa il qui ed ora dalla dimensione magica, che la materia diviene creazione ed il pensiero si fa realtà.
Materiale e tecnica
Maiolica smaltata e ossido di ferro lustrato.
Dimensioni
L: 28 cm
H: 39 cm
P: 18 cm
Anno 2017
Pezzo Unico
Realizzato in Italia
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Note sull’artista
Di formazione romana, Giovanni Lamorgese ha iniziato il suo percorso artistico per passione, usando i colori che gli regalava il nonno.
La sua prima installazione, a soli 17 anni, rappresentava già tutta la forza prorompente del suo istinto creativo: una seduta che poggia sui 4 punti cardinali e un giardino di fiori; luogo privilegiato su cui sedersi e meditare.
Oggi, predilige la lavorazione di materiali come la ceramica, che grazie al suo potenziale “equilibrio tecnologico”, si presta a tradurre in modo perfetto la sua idea di Arte: “istinto ragionato, che ha un’espressione precisa dentro di noi”.
Ogni opera è il risultato dell’unico equilibrio che può esistere fra materia e forma, in un preciso istante. Il colore è il tocco che sottolinea il senso. Il 2020 è l’anno del verde ossido, il “concreto”: con lo sguardo a ciò che ci circonda e i piedi per terra, resta il desiderio instancabile di un narratore d’emozioni che difende il valore intramontabile della libertà.
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